Cibo e longevità: i segreti per vivere più a lungo
Ma davvero il cibo è collegato alla longevità? Cosa dice la scienza a proposito del rapporto fra mangiare bene e durata della vita? Quali sarebbero questi cibi miracolosi che sono pubblicizzati come elisir di lunga vita?
Che rapporto c’è fra cibo e longevità? Beh, è cosa risaputa che per vivere a lungo bisogna mangiar bene. È questo il mantra, spesso e volentieri tediante, che ci si sente ripetere come un martello pneumatico da qualche anno a questa parte. Non vi è medico, dietologo, programma televisivo, rivista o condivisione social che non ne faccia menzione. Ma è davvero così? Scegliere una dieta equilibrata, fare del cibo la propria religione, è un lasciapassare per spegnere la centesima candelina? Sì, ma con riserva.
Cibo e longevità: i fatti
Vi sono delle diete universalmente riconosciute come amiche della salute e della vecchiaia, spesso comprovate dall’evidenza scientifica. Si pensi alla nostra dieta mediterranea, apprezzata in tutto il mondo perché mantiene la linea e controlla il colesterolo senza rinunce per il palato. A dire il vero, però, ci sono anche diete da evitare, per i motivi più disparati.
Ma esistono anche altri regimi alimentari sparsi per il globo, le cui popolazioni rappresentano la dimostrazione tangibile di come gli highlander esistano davvero. È il caso degli abitanti di Okinawa, in Giappone, che godono di un’aspettativa di vita di oltre 81 anni quando la media mondiale è di 67. Il tutto per merito di un’alimentazione ricca di antiossidanti, dal tè verde alla soia, con la sostituzione della carne rossa con gli omega 3 e 6 del pesce e i minerali dei funghi.
Oppure gli Avventisti del Settimo Giorno, con una dieta quasi completamente vegetariana che assicura una longevità di 7 anni più elevata della media statunitense, ma anche gli abitanti di San Blas, a Panama, la popolazione dal più basso tasso di pressione alta e problemi cardiaci al mondo. Quindi, almeno sulla carta, l’alimentazione può assicurare salute e una vita gradevolmente lunga. Ma quali le basi, quali le ragioni?
Cosa dice la scienza?
L’attenzione agli alimenti è da sempre uno dei cardini della ricerca scientifica sulla longevità, tanto che non passa giorno non appaia online qualche pamphlet dedicato ai prodigi di questo o quell’altro ingrediente. La motivazione teorica è molto semplice: oltre a essere gustosi e nutrienti, i cibi portano con sé un concentrato di principi attivi, vitamine e minerali, dagli effetti antinfiammatori, antiossidanti, antibatterici e via dicendo.
Si sarà certamente sentito parlare dell’utilità dell’aglio in caso di infezioni orali o del tratto respiratorio, poiché l’ortaggio esprime una funzione killer per molti batteri, ma anche della coppia composta da zenzero e curcuma come rimedio di prima linea contro le infiammazioni. Oltre al semplice consiglio di “mangiare tanta frutta e verdura”, così come il medico di fiducia ripete sin dalla prima infanzia, a quali alimenti comuni bisogna prestare attenzione?
Le prime evidenze scientifiche in merito arrivano da un tris immancabile sulle tavole, quello composto da frutti di bosco, pesce e poco sale. Una ricerca della Tufts University spiega, ad esempio, come mirtilli e lamponi siano ricchi di antiossidanti, contrastino gli effetti dei radicali liberi e allontanino, quindi, gli esisti del processo d’invecchiamento. Tanto da influire sulle chances di sviluppare in terza età delle malattie neurovegetative.
Il pesce, invece, grazie al suo contenuto in acidi grassi omega 3, protegge il sistema cardiocircolatorio, evita l’accumulo di colesterolo cattivo nelle arterie e sarebbe addirittura utile per contrasto alla depressione e alla perdita di memoria nell’anziano. Ridurre il quantitativo di sale, infine, è il primo passo per mantenere la pressione sotto controllo, uno dei principali rischi per malattie cardiovascolari e disturbi degenerativi.
E se una simile dieta fosse fin troppo noiosa, non è tempo di disperarsi: la scienza dimostra come anche prodotti ingiustamente tacciati di conseguenze apocalittiche, siano invece un toccasana per l’uomo. È il caso del caffè, come spiega uno studio finlandese pubblicato sul Journal of Alzheimers Disease, che dimostrerebbe in dosi moderate degli effetti salvifici contro il diabete di tipo 2, nonché sulle chance di sviluppare il terribile morbo di Alzheimer.
E ancora, verdura fresca a foglie larghe per il benessere di pelle e intestino, tofu arricchito di calcio per dire definitivamente addio al colesterolo dei prodotti caseari, peperoncino per proteggere il cuore, ginseng per i disturbi sessuali, banane per il recupero di potassio e sali minerali, carote per l’efficienza della vista e i disturbi della pelle, lattuga fresca contro allergie e orticaria. La lista è praticamente infinita: fatta esclusione per la carne e il junk food, la gran parte delle pietanze da orto allunga la vita. Ma come orientarsi?
Quali sono i cibi che allungano la vita?
Facendo una rapida ricerca, ci sono parecchi alimenti che si dice allunghino la vita. Considerando però quanti sono, ecco che la probabilità che ne consumiamo uno o più con una certa frequenza è abbastanza alta. Il che dovrebbe voler dire che la vita di tutti noi in pratica si è allungata automaticamente.
Ma quali sono questi alimenti consigliati per aumentare la longevità? Eccoli:
- olio di oliva
- erbe aromatiche
- peperoncino
- cipolle
- capperi
- paprika
- pomodori
- melanzane
- crescione
- spinaci
- cavolo
- radicchio
- lattuga romana
- Brassicacee
- lenticchie
- ceci
- fagioli
- avocado
- frutta fresca in generale
- noci
- carne bianca
- uova
- latte e latticini
- pesce di mare
- avena
- tè verde
- cacao
Longevità e gusto: chi vince?
Se i consigli degli scienziati fossero tramutati per decreto in legge, ci aspetterebbero anni e anni di insoddisfazione culinaria. Perché l’alimentazione non è solo un fatto di salute, ma anche l’appagamento dei sensi, un fenomeno di socialità, un rimedio antistress. Ci si trova quindi dinnanzi a un annoso trade-off: gusto o longevità?
Non si può di certo passare un’esistenza a cenare unicamente secondo i dettami della dieta paleo, poiché si recupererebbe in benessere fisico, ma ad aumentare sarebbe la frustrazione, quindi lo stress e il danno sul sistema circolatorio: un vero e proprio circolo vizioso.
E nemmeno si può pretendere di soddisfare la voglia di patatine fritte, spesso unte in olio che non ha niente da invidiare a quello del motore, addentando compulsivamente foglie di lattuga.
La risposta è la moderazione, o sarebbe meglio dire la compensazione. Si può fare di certo di tanto in tanto uno strappo alla regola, purché seguito da qualche giorno di dieta salutare e disintossicante.
Ma il consiglio più indicato non è tanto chiedersi quanto un’alimentazione sia salutare, ma quale sia il rischio che si è disposti ad assumere: per alcuni avrà più valore una vita più breve ma ricca di soddisfazioni gustative, per altri un palato insoddisfatto, ma una terza età da Guinness.
Indecisi sul da farsi? Niente paura, perché gli italiani godono di un inconsapevole trucco: la dieta mediterranea è il perfetto equilibrio tra gola e salute.
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