Uno, nessuno, centomila, ma quanti tipi di zenzero selvatico esistono?
Si fa presto a parlare di zenzero selvatico. Con questo nome sono indicate diverse piante, non tutte commestibili. Diamo dunque un’occhiata allo Zingiber zerumbet, all’Asarum europaeum e all’Asarum canadense
Quando si parla di zenzero, si pensa sempre allo Zingiber officinale e al suo rizoma altamente utilizzato in cucina. Ma questo è lo “zenzero” propriamente detto. Perché in realtà esistono altre piante che portano, invece, il nome di zenzero selvatico. Infatti quando si parla di zenzero selvatico ci si riferisce a specie diverse accomunate solo dal nome. E non tutte si usano in cucina. Andiamo dunque a conoscere quelle più comuni.
Zenzero selvatico: l’Asarum europeum
Partiamo dall’Asarum europaeum, noto come zenzero selvatico europeo, asarabacca, renella e anche nardo selvatico. Si tratta di una specie selvatica che fa parte della famiglia delle Aristolochiaceae (quindi proprio un’altra famiglia rispetto allo zenzero comune che conosciamo tutti e che appartiene alla famiglia Zingiberaceae).
A causa dei suoi fiori viola molto particolari in realtà questa specie è coltivata soprattutto come pianta ornamentale. Diffusa in Europa (è presente anche in Europa), raramente lo si utilizza come aromatizzante o spezia.
Nel Medioevo era usato nella medicina popolare per via del suo effetto diuretico, emetico e lassativo. Ricco di tannini, flavonoidi, asarone, acetato di boro, acido aristolochico e metileugenolo, ecco che anche oggi i suoi estratti per curare bronchiti e forme da raffreddamento. Tuttavia è bene non esagerare col suo consumo e chiedere sempre consiglio al proprio medico. Questo perché alcune sostanze in esso contenute sono tossiche
Un altro zenzero selvatico: lo Zingiber zerumbet
Un’altra pianta che si fregia del nome di zenzero selvatico è lo Zingiber zerumbet. Questa volta parliamo di una pianta tropicale originaria dell’India, ma diffusa anche in Asia, Polinesia e in Madagascar.
Questo tipo di zenzero produce un fiore rosso pieno zeppo di succo. Tanto che quando lo si schiaccia fuoriesce, contribuendo a dare a questa pianta un altro nome alternativo: zenzero shampoo. Non a caso questo succo è utilizzato spesso per lavare i capelli.
Tuttavia questa tipologia di zenzero selvatico è utilizzato anche nella medicina popolare per via delle sue proprietà disintossicanti.
Altri zenzeri selvatici: l’Asarum canadense
Come sottolineato da Slow Food, poi, esiste anche un altro tipo di zenzero selvatico. Parente stretto dell’Asarum europeum è l’Asarum canadense, noto come zenzero selvatico, gingembre sauvage e asaret du Canada.
Si tratta di una pianta selvatica che cresce nelle foreste al confine con gli Stati Uniti, prediligendo i boschi di aceri e le zone in penombra. Le foglie sono verdi e hanno un tipico aspetto a forma di cuore. Il fiore, invece, tende a sbocciare fra aprile e giugno ed ha un colore violetto che tende verso il rosso.
Raccolto a inizio primavera, di questa pianta si mangia soprattutto la radice. Questo perché il suo rizoma ha un sapore estremamente similare a quello dello zenzero comune. Per questo motivo gli usi in cucina di questo zenzero selvatico sono sovrapponibili a quelli delle zenzero comune (di cui vi avevamo parlato approfonditamente qui).
Potete dunque usare tranquillamente lo zenzero selvatico, sia fresco che essiccato o in polvere per insaporire carne o pesce. O anche per marinare gli alimenti. Inoltre possiamo anche utilizzarlo per preparare tisane e infusi.
A proposito di zenzero: qui vi spieghiamo come conservarlo il più a lungo possibile senza perdere aroma e qualità.