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Zucca amara, cosa è e come si usa in cucina

di Manuela Chimera 28 Settembre 2024 11:41

Volete provare a inserire la zucca amara nelle vostre ricette? Ecco qualche idea, ma attenzione al suo gusto un po’ particolare. Non è comunque facilissima da trovare qui da noi in quanto è maggiormente usata nella cucina asiatica

Mai sentito parlare della zucca amara? Si tratta di una Cucurbitaceae rampicante tropicale molto usata in cucina e nella medicina popolari in Africa e Asia. Qui da noi forse non è facilissima da trovare, ma se volete una risposta alla domanda “perché la zucca amara?”, la risposta è semplice: per variare un po’, provare cose nuove e uscire dalla solita routine di ingredienti. Detto ciò, prima di precipitarsi a cercare la zucca amara ovunque, è bene saperne qualcosa di più sulle sue proprietà nutrizionali, caratteristiche in cucina e sapore.

Zucca amara: cos’è e benefici

zucca amara cucina

Il nome scientifico della zucca amara è Momordica charantia. Tuttavia il suo frutto è anche noto come pera di balsamo, ampalaya e karela. Originaria dell’India, questa pianta arrivò in Cina nel XIV secolo, diventando un ingrediente apprezzato nella cucina asiatica (la coltivazione della zucca amara avviene principalmente qui). Ogni Paese la chiama a modo suo ed esistono miriadi di ricette che la utilizzano.

La pianta di per sé è rampicante ed erbacea. Può crescere fino a 5 metri di altezza, ha foglie alternate e fiorisce fra giugno e luglio, producendo fiorellini gialli. Nelle zone tropicali si presenta come una pianta perenne, mentre nelle zone temperate come una pianta annuale.

Varietà di zucca amara

Ne esistono di diverse varietà: i frutti si assomigliano tutti come forma, ma si distinguono per dimensioni, colore e amarezza. Tuttavia il sapore è sempre il medesimo, a metà strada fra la zucchina e la zucca. Le varietà principali sono:

  • zucca amara indiana: la riconoscete perché ha la buccia bitorzoluta
  • zucca amara cinese: ha la buccia più liscia e un sapore meno amaro

Benefici e proprietà nutrizionali della zucca amara

Per quanto riguarda i benefici apportati dal karela, il frutto è ricco di vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C e beta carotene. Inoltre è anche fonte di calcio, fosforo, ferro, potassio e fibre.

Alcuni studi hanno dimostrato che contiene anche il polipeptide-P, molecola con effetti simili all’insulina e in grado di tenere sotto controllo la glicemia. Usata anche per migliorare la digestione, la funzionalità del fegato e contro la psoriasi, la zucca amara non è scevra di effetti collaterali e controindicazioni, tanto che non si deve usare in gravidanza. Inoltre si è visto che se consumata in eccesso causa sterilità. Insomma: non è tossica, ma va consumata con criterio.

Ricette con la zucca amara

zucca amara ricette

Per quanto riguarda l’uso in cucina della zucca amara, ricordiamo che il sapore ricorda quello delle zucchine e della zucca, con un retrogusto amaro più o meno intenso a seconda della varietà. Solitamente in cucina si usa la parte esterna del frutto, raccolto prima della totale maturazione. Quando il frutto è del tutto maturo, infatti, la parte esterna diventa molto amara, mentre quella interna molto dolce.

Solitamente la si mangia cotta se verde o appena gialla. In teoria le foglie e i germogli giovani del melone amaro si possono mangiare crudi, come se fossero verdura. Mentre il frutto crudo è decisamente amaro, motivo per cui bisogna metterlo ammollo in acqua bollente per lavarne via il sapore troppo forte. Inoltre bisogna eliminare le estremità. I semi vanno tolti, mentre la buccia è commestibile, leggermente croccante.

Nella cucina cinese ecco che l’ampalaya la si usa nelle fritture, abbinata a carne di maiale e soia fermentata. Ma non solo: la trovate anche nelle zuppe e nelle tisane. Inoltre dalle parti di Okinawa e in alcune zone della Cina la usano nella birra al posto del luppolo.

In India, invece, la si abbina allo yogurt, come se fosse un contorno. Inoltre è uno degli ingredienti del curry. Viene anche insaporita con spezie per poi essere cotta nell’olio.

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